Cosa sono quei banner che mi inseguono da un sito all’altro?

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Cosa sono quei banner che mi inseguono da un sito all’altro?

Hai presente quando vedi un paio di occhiali che ti piacciono su un sito internet o cerchi un biglietto aereo sul sito di una compagnia di volo e poi te li ritrovi in qualunque altro sito web tu veda?
Quello che stai vedendo è una campagna di display advertising nella sua tipologia “retargeting”.

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Come funziona il remarketing dinamico

Con il remakering dinamico puoi ricordare alle persone i prodotti che hanno visto sul tuo sito web. In questo modo è possibile mostrare a ogni utente un annuncio specifico, personalizzato, relativo ai prodotti che ha già visto sul sito, in modo da invogliarlo a concludere l’acquisto (se hai un ecommerce) oppure compiere un’azione (venire in negozio).

Le ricerche ci dicono che il 96% delle persone abbandonano il sito senza “convertire” e attraverso il remarketing hai la possibilità di ricontattarli, con una comunicazione speciale legata a ciò che hanno visualizzato sul tuo sito web o raggiungendoli con un messaggio che li invita a venirti a trovare in negozio o a contattarti per saperne di più.

Gli annunci di remarketing dinamico possono comparire:

  • Sulla rete display di Google, composta da tutti i siti partner dello stesso (quasi tutti i siti presenti sul web)
  • Su Gmail, tramite le Gmail Sponsored Promotions (GSP)
  • Su tutti i posizionamenti di Facebook (feed, stories, marketplace…)
  • Su tutti i posizionamenti di Instagram (feed, stories, esplora)
  • Su siti partner di Facebook e Instagram (Audience Network)
  • Su Messenger di Facebook

Il termine remarketing dinamico viene utilizzato per identificare campagne realizzate sia quindi su Google o Gmail che sui social come Instagram o Facebook.

Cosa sono le campagne di display advertising di Google

Facciamo un passo indietro per capire quali altre possibilità di advertising sono disponibili oltre al remarketing.

Il display advertising è un modo di promuovere un prodotto o un servizio utilizzando spazi commerciali presenti su alcune pagine web, sfruttando un elemento grafico come un’immagine o un banner. L’immagine viene creata dall’azienda che, a pagamento, chiede che venga diffusa attraverso la rete display, cioè una rete costituita da milioni di siti web, tra cui siti web specifici di Google quali Google Finanza, Gmail, Blogger e YouTube, che pubblicano gli annunci creati tramite Google Ads.

Le tipologie di campagne display

Le tipologie di display advertising sono le seguenti:

Campagne remarketing: consentono di riconnetterti con le persone che hanno visitato il tuo sito web in passato. L’implementazione del remarketing dinamico avviene inserendo un codice di tracciamento dinamico all’interno di tutte le pagine del sito internet aziendale, da differenziare in base al contenuto della stessa. Successivamente è necessario esportare un feed di prodotti, ovvero un file excel, che si deve aggiornare quotidianamente, contenente tutti i dati dei prodotti o serivzi presenti nel nostro e-commerce o sito aziendale. Infine, nel caso di inserzioni Google Ads è necessario rivendicare il sito su merchant center, dove il feed è ospitato, in una modalità a scelta tra inserimento di un tag in pagina, Google Analytics o Tag Manager.

La procedura non è banale e, benché Google e Facebook offrano molti testi e video di formazione online, può essere necessario rivolgersi ad un’agenzia di comunicazione.

Campagne targeting: ci permettono di scremare il pubblico globale filtrandolo per interessi e variabili in maniera tale da ricreare un segmento di pubblico ideale per il nostro business. I filtri sono di diverso tipo:

      • targeting per posizionamento sul sito: consente di scegliere su quali siti web pubblicare i tuoi annunci, piuttosto che consentire a Google di selezionare i siti “migliori” per te. Ad esempio, se vendi occhiali per lo sport, la selezione di siti relativi allo sport potrebbe essere la tua prima scelta per raggiungere utenti interessanti.
      • targeting per interesse: consente di indirizzare i visitatori in base alle categorie di interesse di Google. Le campagne di targeting per interesse si dividono in segmenti di pubblico in-market (segmenti eseguono ricerche di prodotti e valutano seriamente la possibilità di acquistare un servizio o prodotto come il tuo) e segmenti di pubblico per affinità (segmenti di pubblico più generici, simili a quelli televisivi).
      • targeting contestuale: è uno dei vari metodi che puoi utilizzare per pubblicare i tuoi annunci display su siti, app e pagine web della Rete Display. Questo metodo di targeting si avvale delle parole chiave o degli argomenti che hai scelto per creare corrispondenze tra i tuoi annunci e i siti pertinenti.
      • targeting per argomento: proprio come la tua attività si rivolge a determinati clienti, è possibile che i clienti siano interessati ad alcuni argomenti specifici. Il targeting per argomento consente di posizionare gli annunci su pagine web, app e video che trattano questi argomenti, che si tratti di agricoltura, musica o argomenti completamente diversi.

 

A chi e perché sono utili le campagne display?

Non è facile gestire le campagne su Google Ads ed esistono molte sfumature per ogni tipo di campagna. Tuttavia le campagne display, specie se integrate in un piano marketing che preveda anche altre azioni, sono utili a tutte le aziende, non solo ecommerce, che abbiano la necessità di promuoversi o comunicare prodotti o servizi. Hanno il vantaggio di poter essere fortemente targettizzate e i risultati sono controllabili facilmente. Inoltre nella maggior parte dei casi il costo è sostenuto base ai clic e quindi solo per le visite al sito e possono essere interrotte quando si desidera.

Le campagne display sono un mezzo per attuare strategie di lead generation. Possono essere ovviamente anche utilizzate per migliorare la propria reputazione online o per ricordare ai clienti i propri prodotti o servizi, tuttavia i migliori risultati si ottengono quando lo scopo è quello di acquisire nuovi contatti.

Remarketing e cookie: cosa c’è di nuovo nel 2020

Il 2020 è un anno segnato dallo sviluppo di internet verso un futuro con meno cookie, cioè codici usati per memorizzare informazioni nel browser in modo che il server possa leggerle successivamente.

I cookie sono elementi necessari per le campagne di remarketing.
Se da un lato, come utenti, non desideriamo essere tracciati né vedere continuamente banner comparire qua e là a ripetizione, dall’altra i cookie sono molto utili perché ci aiutano a monitorare gli utenti attraverso le sessioni, attribuire le vendite ai clic sugli annunci, effettuare il remarketing e molto altro.

Apple ha iniziato da tempo una trasformazione per proteggere la privacy e migliorare l’esperienza dell’utente. Attualmente i browser Safari e Firefox stanno memorizzano i cookie per un periodo massimo di 7 giorni. Nel 2020 anche Google ha annunciato che Chrome, entro due anni, eliminerà l’uso di cookie di terze parti rendendo difficile la vita agli specialisti del marketing online. Il futuro quindi si prospetta più difficile per l’industria della pubblicità che si dovrà basare solo sui dati raccolti dalla piattaforma in uso.

Cosa significa questo? Ancora una volta abbiamo la conferma che il content marketing, cioè il marketing basato sui contenuti prodotti da noi e di prima mano, non deve essere trascurato, ma anzi, potenziato per sostenere ampiamente le nostre strategie aziendali.

Rossella Bianchi
bianchi@bludata.com

Responsabile Marketing di Bludata Informatica