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Post che vendono: 3 errori da evitare nei testi dei tuoi contenuti social

Comunicare bene sui social oggi è parte della qualità del servizio di un centro ottico: le parole che scegli fanno la differenza tra un contenuto che scorre via e uno che informa, rassicura e porta persone in negozio. Immagini e video contano, ma è il testo a chiarire benefici, guidare la lettura e stimolare l’azione.
Vediamo insieme tre sbagli da evitare per scrivere contenuti che parlino davvero alle persone e riflettano la nostra professionalità.

1. Parlare del prodotto, ma non della – e alla – persona

È l’errore più diffuso: scrivere come se si dovesse convincere qualcuno ad acquistare un paio di occhiali, e non a risolvere un bisogno concreto. Dire “nuove montature in titanio ultraleggero” non basta. Le persone non cercano un materiale, ma un’esperienza: occhiali che non pesano sul naso, che resistono nel tempo, che fanno sentire a proprio agio.

Un buon testo parte sempre da una domanda: “Come può migliorare la vita di chi legge?”. Rispondere a questa domanda cambia completamente il tono della comunicazione: da promozionale diventa empatica, più vicina, più utile. E quando un post è utile, viene letto, ricordato e condiviso.

2. Usare un linguaggio impersonale

Un altro errore è scrivere in modo neutro, quasi burocratico, nel tentativo di “suonare professionali”. Ma la professionalità, sui social, passa prima di tutto dalla chiarezza e dalla vicinanza. Dire “effettua controlli periodici della vista” è corretto, ma non crea connessione. Dire invece “vedere bene ogni giorno inizia da un controllo regolare” mantiene il tono professionale ma aggiunge calore, intenzione, presenza umana.

Ogni centro ottico ha una sua voce ed è giusto che sia così, per riflettere anche la personalità di chi lo rende vivo: c’è chi parla come un consulente esperto, chi come un amico che dà consigli, chi come un punto di riferimento nel quartiere. Riconoscere questa voce e usarla in modo costante fa sì che ogni post, anche il più semplice, diventi coerente con l’identità del negozio.

3. Scrivere testi complessi che non si leggono fino in fondo

Sui social le persone non leggono: scansionano. Saltano da un contenuto all’altro, soffermandosi solo su ciò che colpisce subito. Un testo pieno di termini tecnici o di frasi troppo lunghe viene abbandonato in pochi secondi. Meglio frasi brevi, ritmo naturale e parole che spiegano, non che complicano.

Ad esempio, invece di “lente fotocromatica con trattamento a transizione automatica”, possiamo scrivere “si tratta di una lente cosiddetta fotocromatica ovvero che si adatta alla luce e si oscura solo quando serve”. Il significato non cambia, ma la percezione sì: il messaggio diventa immediato, accessibile, leggibile da chiunque. E l’autorevolezza, paradossalmente, cresce, perché chi sa spiegare bene, dimostra competenza vera.

In sintesi

Un post che funziona non è quello che parla di più, ma quello che parla meglio. Raccontare il valore del nostro lavoro con parole semplici, evitare il linguaggio generico e mettere al centro la persona che legge sono azioni che premiano e aiutano a costruire fiducia. 

Immagine di Veronica Gentili

Veronica Gentili

Imprenditrice digitale, consulente e formatrice specializzata in Social Media Marketing, autrice di 4 best seller di settore.
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